Monday, August 24, 2009

Due isole


Ci sono scale ma bastano gli occhi per salire al faro.

Il mare è un cielo blu profondo, sotto la costellazione delle Eolie.

I traghetti regolano l'umore delle onde, sto appoggiato al bordo coi gomiti scoperti.

I gatti sono magri sotto al sole, il suono delle cicale tocca la schiuma del mare.

Le case sono un sentiero di sassi bianchi che sale dal porto.

Le spiagge di sabbia nera sono i ricordi del vulcano, Il suo presente è quando meno te l'aspetti: fiamma viva prima del fumo.

Ginostra invece è un fiore che ha chiuso una vocale e si è appartato. Di notte diventa una stella alpina, ficcata dove non puoi raggiungerla.

Chi la attraversa sogna di abitarla, ma poi se ne riparte.

Il ragazzo delle barche muove il timone e decide il verso dell'orizzonte. Conosce l'equilibrio di chi sa camminare sull'acqua salata, il mare lo allontana, la riva gli restituisce gli anni.

Le nuvole sono uccelli rari che migrano, il loro orientamento è affidato al vento.

Io seduto su una panchina, tra un funerale e il mare, mi concentro sul viaggio lontano delle navi che trasportano calma.

Una lingua di sassi tiene un vecchio faro sulla punta.

Qua, di notte, ogni volta che qualcuno esprime un desiderio, cade una stella.


Thursday, August 20, 2009

Fuochi


Ci sono fuochi sul tavolo, il mare davanti negli occhiali si riversa nei diversi fiumi che sono rivoli di birra, gocce di sudore, tasti che diventano scale che risalgono gradini di gradini, lui di granito che non stacca gli occhi dal poster e ci vede la fine che ci tormenta di notte, c'è il binario interrotto la vecchia scritta "chinotto", mio fratello che piove a dirotto, che ha interrotto il contratto, ogni contatto, e si è dato distratto. Sarebbe da fargli un ritratto, un vestito col vuoto intorno, un cavatappi su misura, sarebbe da regalargli l'altura e la calura, spiegargli la latitudine che lo separa dalla vita degli altri, c'è un sarto che conosco che gli cucirebbe la bocca, lo rimetterebbe a posto, gli spiegherebbe l'ordine inventato delle stelle, l'aria ferma tra i venti e le correnti, gli stenti che abbiamo da sopportare, poi li potete sotterrare o nascondere dietro i denti insieme ai lamenti ma  a quel punto sarete distanti, sarete due uomini ma più di venti, fatti di rumori, botte alle porte, pugni fuori dalle tasche, burrasche senza stagione, sarete un'isola e poi prigione, poi ragione da buttare a mare col pesce salato, a dividere la barca, che da vicino chiamavi arca e da lontano è un accidente, è la mareggiata, la risacca fuori dal bar, che ti riporta al bar e t'allontana, l'onda strana che frana come uno strappo di carta, divide all'improvviso, come il punto che non hai deciso, un sorriso che non c'entra nulla, proprio niente, sul tuo viso.