Friday, December 22, 2006

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Tuesday, December 19, 2006

25 anni

Friday, December 08, 2006

Acrobati

Acrobati sopra l’acropoli a sciogliere muscoli e bagnare rive di gengive, toccare le mani e tirare con le nari, tendere il nervo, pregare il dio del vuoto e trovare l’equilibrio in un altro paio d’occhi.
Parlare dentro e ripetersi il viaggio a memoria dopo aver scalato le braccia, braci di sudore e spalle a tenere l’amore per toccare il lato sotto del cielo.

Friday, December 01, 2006

Il clan dei camper


Vedo le lingue di fuoco cercare il cielo e rimango immobile. La donna di velluto sfreccia come un lampo e mi smuove il ciuffo, taglia la strada a gambe e ad occhi levati, come una volpe. Io sono incantato e spaventato. Comincio a respirare l’aria che a poco a poco si fa di cenere. La donna vecchia distribuisce fazzoletti per pulire il vetro dei caschi e abbandona tra i presenti lacrime da lacrimogeno. Chiudo il casco. La balena di fumo nero precede il botto terribile. Arriva prudente l’esercito degli uomini in pigiama, liberando le case dal sonno e dal silenzio. Le automobili in ritardo frenano pesanti. Per ultime arrivano le voci, le parole baciate, i lunghi sospiri: “Hanno colpito i camper!” “è il gas!” “nei camper c’è il gas!”. Il secondo botto investe le voci e brucia le ombre. Il getto d’acqua precede i pompieri che, sotto gli occhi sparati del pubblico passante, disegnano con gli idranti un flusso di speranza. Il pessimismo oscura le parole che da orecchio a bocca fanno un ponte di voce e fiati, di ipotesi sprecate, inutili, fatte di cenere. “Il clan dei camper non risparmia nessun camperista , nemmeno quelli di questa frazione di mondo lontano”, mi dice l’uomo con la ferita sull’occhio, ricoperto di cenere. Abbasso gli occhi e scopro di essere vestito di foglie leggere di carta bruciata. Guardo di nuovo l’uomo che mi sta davanti e la sua strana congettura. Lui adesso si è levato la ferita dall’occhio, e lampeggia colorato dalle sirene dei camion dei pompieri. Mi ricordo della cartolina verde a quadretti che stringo nella mano destra. “Lei detesta i camper, si vede” - mi dice l’uomo lampeggiante. La cartolina è stropicciata, bagnata dal sudore e ormai i disegni sono perduti. “Lei potrebbe essere uno di loro. Uno del clan, intendo”. Sulla cartolina erano disegnati il ritratto di uno scrittore di fantascienza e quattro teste di cavallo. Era un rebus, la soluzione corrispondeva all’indirizzo. “Non mi sbaglio, vero? Lei detesta i camper” La soluzione del rebus corrispondeva all’indirizzo, all'indirizzo esatto del botto atomico. “Delinquenti” - fiata l’uomo a mezza voce levando gli occhi al fuoco - “Delinquente”.