Esercizi di attesa (e piccoli fiori bleu)
Nevischia mentre in testa infiamma una foresta di pensieri per l’estate. Il telefono è una conchiglia e il paguro mi bisbiglia che ho tradito metri e metri di spiagge chiare: sono cresciuto coi piedi nell’acqua e adesso ho due pesci che non sanno nuotare dentro a due scarpe lontane dal mare. Ho un’isola per ogni occhio e un vulcano per binocolo, li uso per vedere il cielo tondo e le sue nuvole vuote che riempio d’attesa.
Un amico con nostalgia di salmastro e visioni di tramonti rossi dopo cieli grigi scrive da qualche giorno sopra piccoli fiori bleu. Passate a trovarlo!