Passaggi




Un vecchio, grande, ingombrante disegno finalmente srotolato, rapito alla polvere e incorniciato, appeso alla parete, a prendere la luce del sole tiepido di questo autunno.
Questo è il terzo di sette grandi disegni che hanno sfinito decine di pennarelli, queste sotto sono le parole che chiudevano il discorso. Sono passati due anni - quasi tre - e questo, in fondo, è un sabato di nostalgia (immaginatevi adesso, a sfumare, un pianoforte scordato) (sigh).
I personaggi di questi disegni sono legati ad altri segni, ad altre persone, ad altri momenti, a certi paesaggi, da relazioni che definiscono la loro presenza in quel preciso istante e guidano la direzione del loro passo, che non potrebbe essere diversa.Sono personaggi che puoi incontrare tra i banchi del mercato, battendo le vie coperte di lattuga e barattoli: per pochi momenti potrai scoprire il loro sguardo, come quello della donna che ha deciso di raggiungere il punto esatto in cui comincia a piovere, gli occhi bagnati dei cani del mercato; entrerai nel bar dietro il banco delle scarpe, per ripararti dal freddo, e non saprai mai che l’uomo seduto dietro di te sta aspettando qualcuno da un’ora, e fuma piano la ventesima sigaretta. Di loro potrai conoscere poco ed altro.Si tratta di momenti, come veloci passaggi di vento: non capirai mai da dove arriva questo vento freddo e, soprattutto, dove va a finire; sarà legato ad altri venti, altri segni, ad altri paesaggi, da relazioni che definiscono la sua presenza in quel preciso istante e guidano la direzione del suo passo, che non potrebbe essere diversa.